Dott.ssa Barbara Bacco
Senza emozione, è impossibile trasformare le tenebre in luce e l’apatia in movimento.
(Carl Gustav Jung)
Ciò che stiamo vivendo da un anno a questa parte ha completamente stravolto il nostro concetto di vicinanza, contatto e quotidianità.
Abbiamo dovuto imparare a “mantenere le distanze di sicurezza”, a proteggerci e proteggere gli altri attraverso l’utilizzo di mascherine che limitano i nostri contatti visivi e che nella conoscenza di nuove persone ci impedisce di osservare ed esplorare il volto dell’altro nella sua interezza.
Per il perdurare di un’emergenza sanitaria e per il coinvolgimento di intere comunità a livello mondiale che hanno visto modificare la propria vita, stiamo di fatto sperimentando un trauma collettivo, che ha portato la maggioranza delle persone a sperimentare alti livelli di stress, ansia, paura del contagio, rabbia, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, fino ad un incremento di sintomi ansiosi e depressivi e all’aggravarsi di situazioni di disagio e malessere preesistenti.
Ed ecco che le emozioni – che sono la risposta che il nostro organismo mette in atto davanti a stimoli ed eventi positivi o negativi – possono prendere il sopravvento.
Il saper riconoscere, accettare per poi esprimere e modulare le proprie emozioni è fondamentale per far sì che anche esperienze fortemente negative possano essere rielaborate ed integrate nella propria storia personale.
Il silenzio, ad esempio, rinforza l’isolamento nell’esperienza emotiva in situazioni di malessere e sofferenza, mentre il dare nome a ciò che sentiamo e proviamo dà la possibilità di eserciate un diverso tipo di controllo sulla nostra esperienza.
Tutto per arrivare ad una maggiore auto-consapevolezza di se stessi, di cosa si è provato e si sta provando mentre lo si racconta, anche attraverso l’ascolto del corpo.
Ecco l’importanza di chiedere aiuto, sostegno cercando di mantenere un contatto con l’altro, di cui potersi fidare, a cui potersi affidare in un legame di rispetto reciproco e ascolto profondo.