Correvano gli anni 60-70 e il Veglione dei Fiori era l’evento clou della stagione delle feste budriesi. Si svolgevano entrambi al Teatro Consorziale, sotto l’organizzazione di Rino Rambaldi che era direttore del teatro e si racconta che nel Veglione dei fiori il tema principale fosse l’eleganza.
L’abito più bello
Tra le signore più in vista di Budrio si metteva in moto una vera e propria competizione per l’abito più bello. Pare che ragazze di famiglia meno abbiente risparmiavano tutto l’anno per farsi fare il vestito del veglione.
Cominciava verso le 21 e verso mezzanotte si faceva una sosta: c’era chi si appartava, chi andava al cenare in un ristorante. Alcune gentildonne andavano a casa per rifarsi il trucco e cambiarsi d’abito, poi si ritornava verso l’una e si ballava fino all’alba.
Le compagnie più in vista di Budrio e soprattutto di Bologna affittavano i palchi e la barcaccia quando erano grande comitive. Nel retro della barcaccia le compagnie portavano anche le libagioni per la serata, e da lì aveva inizio il lancio dei fiori e di caramelle sulla platea trasformata per l’occasione in pista da ballo.
Si narra che un anno al veglione partecipò anche la famiglia Majani che invece lanciò cioccolatini ai partecipanti che ballavano in platea.
Gli artisti
La storia dei veglioni dei fiori è molto bella. Arrivavano artisti che a quel tempo erano famosi, come l’orchestra Angelini, con i mitici Nilla Pizzi, Gino Latilla e Carla Boni sempre Gino Latilla con Achille Togliani, l’orchestra del Maestro Ferrari, con Flo Sandon’s, Fred Buscaglione, Renato Carosone e Gegè di Giacomo, Armando Frania con Vittorio Mongardi.
Dopo l’ultima e importante ristrutturazione del Teatro di Budrio, che avvenne a metà degli anni ‘80 non fu più possibile organizzare i veglioni. Rifatto il pavimento nuovo non si riuscirono più a togliere le poltrone della platea. Inoltre finì anche perché si concluse la mostra dei corsi mascherati.
Dopo i veglioni in Teatro…
Così, per le serate danzanti dei budriesi, dopo il teatro vi fu una breve parentesi del Dancing Stadio, una pista da ballo proprio adiacente al campo sportivo, e poi cominciò la stagione del Ristorante Il Giardino, che organizzava i veglioni e le feste nella Tavernetta, come veniva chiamato questo ampio salone. Rino Rambaldi era l’organizzatore e aveva imposto agli uomini di indossare la giacca.
Si ballava il mercoledì e il sabato sera, la domenica pomeriggio e sera.
Tra le orchestre che vi suonavano ce n’era una di Budrio, che si chiamava “I Conti”, dal nome del titolare che era il batterista: il budriese Fausto Conti, che stasera non è potuto essere presente, ma ci ha fornito un brano musicale della sua orchestra.