L’Inno d’Italia di Filopanti, 110 anni fa cantato dalla Corale Bellini. Il 20 aprile del 1912, nel centenario della nascita di Quirico Filopanti, la giovane Corale Bellini si esibisce in teatro, a Budrio, con l’Inno alla bandiera d’Italia (Inno all’Italia-Quirico Filopanti). A dirigere la Corale era il maestro Cesare Testi, ammiratore ed amico di Quirico Filopanti, di cui condivideva vivacemente il credo politico. Lo stesso Filopanti aveva composto parole e musica dell’inno, nel 1886. Dopo la lunga epopea risorgimentale, aveva infatti preso parte alle commemorazioni degli eventi e dei protagonisti del Risorgimento nazionale. Commemorazioni che nel corso degli anni Sessanta e Ottanta dell’Ottocento costituirono un importante momento della vita pubblica budriese.
Un successo strepitoso
Il successo dell’esibizione – dicono le fonti orali – fu enorme. Ci crediamo: l’abbinamento “Filopanti – primo saggio della Corale” non poteva che essere strepitoso. L’inno d’Italia, lanciato da Quirico Filopanti in momenti di vivaci agitazioni irredentistiche, fu ripetuto all’inaugurazione del monumento a Filopanti, il 15 giugno 1913. In quegli anni era popolare anche a Bologna e faceva parte del repertorio della benemerita società corale «Euridice», la più antica istituzione corale di Bologna. Ancora oggi esistente, sorse come coro orfeonico intorno al 1880 nell’ambito delle “balle canore o corali” che animavano i rioni della Bologna ottocentesca (leggi che cos’erano le balle-canore). Da coro con caratteristiche lirico-popolari (fu chiamato spesso per le rappresentazioni operistiche del Teatro Comunale) si trasformò nella prima metà del Novecento in coro polifonico.
L’Inno d’Italia e la passione per la musica e per il canto dei budriesi
La corale Bellini era davvero ancora molto giovane, essendo stata fondata solo un anno prima, nel 1911. Secondo la paziente ricostruzione della storica budriese Fedora Servetti Donati, era nata esattamente il 14 aprile del 1911, per volontà di un gruppo di amici mossi dalla passione per la musica e il canto. Gli amici, in pochissimo tempo, raccolsero una quarantina di aderenti della più varia estrazione sociale. Erano in prevalenza artigiani, borghesi, commercianti e operai. Vi chiederete perché, e la ragione è che a Budrio l’amore per la musica, la passione in particolar modo per il canto corale, ha radici antiche. E non è stata mai espressione di una élite della comunità, anzi era largamente popolare, con la partecipazione entusiasta di ogni categoria sociale.
Il teatro, la Filarmonica e la società Corale
Nel 1672 Paolo Sgarzi aveva costruito il suo bellissimo teatro che poi donò alla Partecipanza. Nel 1787, poi, era sorta un’Accademia Filarmonica che ebbe un grande successo esibendosi nelle chiese budriese e non solo in San Lorenzo. E sul finire dell’Ottocento a Budrio – non sappiamo per quanto tempo – era nata una “Società Corale”, fondata e diretta da Federico Bagnoli (1832 – 1912), soprannominato Bagnulàtt. Era un estroso ben noto personaggio budriese dotato di un senso musicale vivissimo. Suonava magistralmente il clarinetto, il violino, il pianoforte e ovviamente l’ocarina, in giro per tutta Europa con il Concerto Ocarinistico. Inoltre era compositore di caustiche zirudelle e narcisate, oltre che burattinaio a tempo perso in Piazza, la sera.
Attesta la fondazione della sua “Corale” una lettera del 9 gennaio 1884, con la quale egli chiedeva al Circolo dell’Associazione Democratica Budriese, di cui faceva parte, “il permesso di servirsi di una loro sala, per l’istruzione della Corale da lui iniziata” (Arch. Storico Comunale, Associazione Democratica, Budrio, 1883 – 1885). La risposta fu affermativa, ma non si conoscono gli sviluppi di questa impresa impresa canora, che però ha il grande merito di sviluppare il desiderio di un coro stabile a Budrio, dove si formarono nomi importanti della lirica a livello internazionale.
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