Nessun’altra pianta ha modificato il paesaggio rurale quanto il grano: mulini, fienili, granai, granai “inglesi” a più navate di dimensioni simili a quelle di una cattedrale, silo edifici progettati per conservare e trasformare il dorato chicco.
Senza grano tenero, probabilmente l’Europa sarebbe ancora nel bel mezzo dei “secoli bui”, ogni granello è una riserva di cibo ben impacchettata ricca di amidi, proteine, minerali e vitamine che danno energia.
Lo sapete che nelle tombe degli antichi Egizi sono state ritrovate pagnotte che risalgono a cinquemila anni fa?
Il covone di grano era simbolo dell’agricoltura e della fertilità, dal raccolto e del ringraziamento, della fine dell’inverno e dell’arrivo della primavera. Il raccolto e la semina del grano tenero implicavano una esagerata quantità di rituali, perché la perdita di questo raccolto era foriera di carestia.
Nei moderni campi di grano, i fiori spontanei rappresentano una seccatura per il raccolto, ma sapete che negli anni Cinquanta con i fiori di campo si abbelliva il carro che portava a casa gli ultimi fasci?