L’hanno vinta i Måneskin questa edizione strampalata di Sanremo, forse la più complicata da 71 anni a questa parte.
Per la prima volta Sanremo ha dovuto fare a meno del pubblico dentro l’Ariston e nella serata finale sono stati i fan e gli spettatori casalinghi a decretare il vincitore col loro televoto (le prime due serate sono state votate dalla giuria demoscopica, ovvero un campione rappresentativo del Paese, la terza serata, quella delle cover è stata votata dall’orchestra, mentre la quarta è stato il risultato del voto della sala stampa).
Tecnicamente, le preferenze sono state aggiunte alle classifiche delle serate precedenti per arrivare ai tre finalisti. Poi con un’altra votazione alla quale, ciascuna con un 33% hanno contribuito la giuria demoscopica, la sala stampa e il televoto, è stato scelto il vincitore.
I Måneskin sono in pole position anche nella classifica degli ascolti in streaming, anche se i favoriti, fin dall’inizio del festival erano i Colapesce Dimartino con la Musica leggerissima. Il loro è un omaggio alla Musica che ci aiuta nei periodi più difficili, ma anche un invito alla leggerezza: Metti un po’ di musica leggera/Perché ho voglia di niente/Anzi leggerissima. C’è tanta voglia di leggerezza, in un momento storico così cupo come quello che tutti stiamo vivendo.
Ma c’è anche tanta urlare la voglia di riprendersi la vita e il mondo, come cantano i Måneskin con Zitti e buoni.
C’è voglia di rompere gli schemi, di ribellarsi allo status quo delle cose, di riprendersi quello che così a lungo è stato tolto e negato loro.
È così che ci piace interpretare questa vittoria dei Måneskin.