3 dicembre 2021, ore 13:50
Ti sei addormentato sulla tua poltrona e sei partito
Le pareti di casa con tutti i quadri appesi sono rimaste sole
La tua mano era ancora calda e quel calore per me ora è materiale
Non ti avevo mai toccato così tanto come in questi ultimi anni
Hai lasciato il frutto del tuo lavoro, delle tue passioni, del tuo carattere forte e della tua innocenza infantile che tanto mi stupisce
Oggi ho pianto quando guardavo il corridoio mentre ti preparavano per portarti via
È questo il commovente ricordo che accompagna Marco nel momento della scomparsa del papà Graziano Gamberini, avvenuta all’età di 95 anni venerdì 3 dicembre 2021 nel primo pomeriggio.
Classe 1926, con la sua professione di ebanista Graziano Gamberini è stato un prosecutore della famosa dinastia di ebanisti degli Oppi attiva a Budrio fino dal 1880. Ancora giovane, conquistò la fiducia di Alberto Masotti, fondatore del Gruppo La Perla, lavorando a lungo per l’azienda bolognese e collaborando in varie occasioni con Pier Luigi Cervellati, architetto urbanista e docente universitario. Per la fedeltà al lavoro esercitato dalla famiglia Oppi-Gamberini per oltre un secolo, ricevette, insieme al fratello Arrigo, la medaglia d’oro della Camera di Commercio di Bologna.
Ma la sua grande passione per il mondo dell’arte lo avvicinerà all’attività di collezionista che lo accompagnerà per tutta la vita ed è così ben descritta dell’amico Dante Mazza, noto artista budriese, docente dal 1969 al 2007. Mazza annovera Graziano Gamberini nel gruppo di “illuminati” – in compagnia di Ferruccio Codicè Pinelli, Fedora Servetti Donati, Valter Chiusoli, Rino Rambaldi, Enrico Masi, Elsa Silvestri, Ciro Testoni, e Franco Ferri – a creare negli anni Sessanta-Settanta un clima di sensibilizzazione, di promozione culturale e di amore per il proprio paese:
«A partire dagli anni Settanta, Gamberini inizia a frequentare gallerie e mostre d’arte acquistando le prime opere; inizialmente il suo interesse è rivolto ad artisti bolognesi, poi al budriese Augusto Majani e col tempo il suo orizzonte si amplierà in campo nazionale, raccogliendo un numero impressionante di capolavori. Basti pensare che nel 2005, alla “Mostra di dipinti di pittori bolognesi contemporanei”, ha esposto le opere di 24 artisti di prim’ordine, da Corsi a De Vita, da Manaresi a Mandelli, da Minguzzi a Pozzati, da Romiti a Saetti, Ilario Rossi e tanti altri. Proseguendo con i numeri, alla mostra allestita nel 1999 “Espressioni dell’Arte Italiana nel Novecento”, le pareti di palazzo Medosi-Fracassati (ora Sala Rosa) vedevano appese 40 opere degli artisti italiani più rappresentativi, da Maccari a Guttuso, da Cassinari a Crippa, da Morlotti a Schifano, da Manzù a Marino Marini, Guidi, Migneco, Sughi, Tamburi, Treccani ecc. Voglio anche segnalare la mostra ristretta a pochi ma significativi artisti in occasione di Primaveranda 2004: “Tre Maestri dell’Accademia Bolognese”, Virgilio Guidi, Paolo Manaresi e Ilario Rossi. Con questi tre artisti ha sempre intrattenuto un rapporto privilegiato. Qualche volta si recava a Venezia a far visita a Guidi, mentre Manaresi e Rossi di tanto in tanto venivano a Budrio per un saluto e a curiosare fra le nuove acquisizioni; ogni volta Ilario Rossi non mancava di lodare la qualità di uno straordinario disegno di Antonio Mancini, che considerava fra le opere più belle della collezione di Gamberini».
Graziano a metà degli anni Ottanta è stato anche fra i fondatori del Circolo Amici delle Arti, centro di aggregazione culturale sul piano dell’arte, del restauro e di tante attività a favore del territorio.
«Credo che dobbiamo essere grati a Graziano Gamberini – aggiunge Dante Mazza – non solo per aver portato a Budrio tanti capolavori che ora tutti noi possiamo ammirare, ma anche per il suo ruolo di promotore culturale e per quella sua ‘civiltà’ che lo ha sempre contraddistinto, nell’offrire a tutti la propria collaborazione nel nome dell’arte».
Martedì 7 dicembre, appuntamento per l’ultimo saluto presso la Camera Mortuaria di Budrio dalle ore 9:30 alle 10:30. Il funerale si terrà alle ore 10:45 con una breve funzione nella Chiesa di San Lorenzo.