Dire dei “no” ai bambini, al proprio figlio, non è facile, si teme di ferirlo, di creargli delle frustrazioni e delle delusioni, di compromettere il rapporto che si ha instaurato, come se il “no” incrinasse la relazione in atto. Pertanto si può cadere nell’errore di scegliere la modalità che non causerebbe rotture, frustrazioni, discussioni, cioè il “Sì”. In realtà, sebbene il testo della Phillips non dia delle regole, esempi su come gestire tutte le dinamiche dei bambini, nelle varie tappe di crescita e di sviluppo, aiuta il genitore a riflettere su di sé, offrendo strumenti per comprendere il problema e superarlo.
“I no che aiutano a crescere” utile saggio della psicoterapeuta infantile Asha Phillips, pubblicato nel 1999, si rivolge soprattutto ai genitori ed illustra la crescita psicologica dei bambini, il loro sviluppo emotivo e permette di capirne alcuni comportamenti.
La scrittrice, attraverso l’analisi di una serie di casi studiati, fa capire quanto il valore del “NO” possa dimostrarsi più efficace, positivo e formativo di un “Sì”.
Asha Phillips asserisce che : “Un no non è necessariamente un rifiuto dell’altro od una prevaricazione, ma può invece dimostrare la fiducia nella sua forza e nelle sue capacità. È il necessario corollario del dire sì: entrambi sono importantissimi.”
I “NO”, permettono al bambino di ricevere dei giusti “paletti”, “fermi” che lo aiutano a comprendere l’importanza di sopportare le avversità, di gestire l’ansia, di trovare soluzioni alternative e più adeguate, alle richieste pretese. Ci sono anche una serie di possibili conflitti che possono nascere tra un adulto ed un bambino quando a quest’ultimo vengono negati desideri o richieste, che si possono manifestare con comportamenti difficili e opposizione da parte del bambino. Queste reazioni però non devono per nulla allarmare o preoccupare il genitore perchè difendere il “no” è la modalità sicura che porterà al risultato desiderato, poiché aiuterà il bambino ad imparare le regole di convivenza e di socialità. Il negare o vietare qualcosa al momento giusto, rafforzerà lo sviluppo della personalità del bambino oltre a consolidare un buon rapporto con la famiglia.
Imparare a gestire un “no”, un divieto, a qualsiasi fascia di età, (dall’infanzia all’adolescenza) permetterà di potenziare le capacità e competenze del bambino, sia sul piano emotivo che relazionale.
Sappiamo che dire “Sì” spesso è molto più facile e meno problematico rispetto al dare divieti e mantenere decisioni e modalità coerenti, ma è vero anche che non si può negare tutto; è necessario darsi, nell’educazione, delle linee guida, delle priorità tra adulti, ed aiutare il bambino a rispettarle. E’ molto importante, inoltre, che a seguito di un divieto, l’adulto, attraverso il confronto verbale con il bambino, ne esplichi le ragioni, sottolineando l’importanza e la valenza del divieto. Il bambino in continua relazione con l’adulto, sarà più incentivato e comprenderà meglio, giorno dopo giorno, le ragioni del “no”, modificando man mano, il suo atteggiamento ed attivando, pertanto, strategie adeguate per risolvere le sue eventuali frustrazioni e fatiche emotive, rispetto al divieto. I “no” davvero aiutano a crescere (insieme)!