Dieci anni senza Marco Negri. Ricorre oggi il decimo anniversario dalla scomparsa di Marco Negri. Il 20 aprile del 2012 Marco aveva solo 55 anni e proprio in quei giorni avrebbe dovuto presentare il suo ultimo libro, Filopanti e i tre moschettieri, scritto a quattro mani insieme al cugino Gabriele Montanari. Chi lo ha conosciuto non può non ricordarne la simpatia e il sorriso bonario. Chi l’ha avuto come amico non può non sentirne la mancanza, specie in tempi così bui e difficili come quelli che stiamo vivendo. La sua capacità nell’affrontare la vita, che per lui non era stata facile, è la più grande eredità che ci ha lasciato. A cominciare da quando, ancora bambino, aveva dovuto affrontare i postumi di poliomielite considerandosi fortunato perché per tanti altri coetanei questa terribile malattia era stata letale.
Tra il serio e il faceto
Marco Negri Sindaco
“Era il 1987: il Napoli di Maradona vinceva il suo primo scudetto, tangentopoli era ancora lungi da venire e col governo “tecnico” di Fanfani gli italiani a giugno andavano al voto, portando il P.S.I. di Bettino Craxi al 14,3 %. A Budrio, dopo sette anni di illuminato mandato amministrativo, Ferruccio Melloni lasciava la carica di Sindaco per assumere la presidenza della più importante Azienda Sanitaria bolognese. Al suo posto, il Consiglio Comunale, forte di una robusta maggioranza politica di sinistra (13 seggi P.C.I. ed 8 P.S.I.), eleggeva un giovane Sindaco, tale Marco Negri, già capogruppo consiliare socialista dal 1985. Ed è qui che comincia una delle più importanti esperienze della mia vita, quella di primo cittadino del mio paese natio (anche se sono nato a Vedrana, più esattamente alla Posta Vecchia, una precisazione doverosa per gli studiosi che intenderanno approfondire tale periodo storico budriese!). Una esperienza che ha segnato profondamente la mia vita, arricchendola di tanti episodi felici e gratificanti ma anche di fatiche, angosce e disillusioni. Comunque sia, a tutt’oggi (siamo nel 2010) non posso che esprimere la mia gratitudine a quelle donne, a quegli uomini, a tutti quei compagni e amici che oltre vent’anni fa mi hanno consentito quell’esperienza amministrativa”.