La sindrome del colon irritabile è uno dei disturbi funzionali dell’intestino, gruppo di patologie nelle quali l’anatomia è conservata ma è alterato il funzionamento del tratto gastro-enterico.
Il cardine della diagnosi è il fastidio/dolore addominale. Secondo le linee guida, si può parlare di sindrome dell’intestino irritabile se il dolore o fastidio addominale è presente per almeno tre giorni al mese negli ultimi tre mesi e se presenta due delle seguenti caratteristiche:
-è alleviato dalla defecazione
– insorge insieme ad un aumento o a una diminuzione delle evacuazioni e/o insorge insieme ad un cambiamento nella consistenza delle feci.
La sindrome da colon irritabile è cronica: è tipico avere periodi di riacutizzazione e di assenza di sintomi.
Alcuni alimenti sembrano influenzare i sintomi di tale patologia, sia in senso protettivo che peggiorativo. In generale, nel lungo periodo e per prevenire (o ridurre le probabilità di riacutizzazioni) occorre seguire una dieta equilibrata, ricca di fibre solubili (verdura, frutta e cereali integrali), povera di grassi animali, con il giusto apporto proteico preferibilmente vegetale.
In caso di riacutizzazioni di dolore addominale e/o variazioni delle feci (per frequenza e/o consistenza), si consiglia di modificare la dieta.
L’attività fisica regolare (almeno 150 minuti a settimana) sicuramente aiuta la funzionalità dell’intestino e riduce l’insorgenza di acutizzazioni.
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Dottor Nicola Castaldini
Specialista in Medicina Interna
https://poliambulatorioilgirasole.it/equipe/dott-nicola-castaldini/