di Carlo Pagani, Maestro Giardiniere
Chi vuole un buon agliaio lo ponga di gennaio! Così recita il proverbio conosciuto agli orticoltori.
Puliti, asciugati e sfogliati esternamente raggruppati a mazzetti ed appesi in alto in cantina o nell’attrezzaia sono gli agli, più precisamente l’Aglio bianco piacentino (in foto) coltivato in tutto il territorio nazionale.
Per chi dispone di adeguata manualità dopo la raccolta e la dovuta essiccazione si passa anche alla realizzazione della treccia, tutto sommato abbastanza facile.
La tecnica è la stessa della treccia dei capelli. In treccia o a mazzetti dovrà essere appesa in alto, in quanto la buona conservazione dell’aglio avviene all’asciutto, evitando l’umidità generatrice di muffe che finiscono per danneggiare irrimediabilmente il bulbo.
Considerate sempre l’uso dell’aglio non solo come aromatizzante ma anche come un eccellente ortaggio dalle proprietà benefiche, con capacità di ridurre il colesterolo nel sangue. Si coltiva in terreno sciolto ricco di sostanza organica e calcare, permeabile, in grado di smaltire velocemente l’eccesso di pioggia o umidità. Concimazione fosfatica e potassica prima dell’impianto, azoto durante la crescita a più riprese.
È consigliabile non ripetere la stessa piantagione prima di 3/4 anni nello stesso terreno. Si consocia con carote, sedano, cavoli, ravanelli, lattughe e cavoli. La semina da metà ottobre a fine gennaio. Per questa si utilizzano gli spicchi esterni del bulbo, quelli più grossi per ottenere bulbi di maggior peso. La raccolta avviene per san Giovanni (il 24 giugno), non appena appaiono i primi ingiallimenti fogliari, segnale che il bulbo è maturo.
Questa coltura è raccomandata a chi ha la passione dell’orto o a chi ha scoperto i vantaggi dell’ortoterapia come pausa di relax quotidiano. La cura dell’orto regala infatti preziosi momenti di ricarica energetica per la propria autostima e serenità mentale. Parola di giardiniere!