“Durante l’ultimo conflitto mondiale, nell’autunno del 1944, la parte settentrionale di Vedrana fu allagata dai tedeschi che aprirono le saracinesche della sponda destra dell’Idice, usate anni prima per riempire le due “valli” o “casse” di riserva per le risaie; l’acqua ,che in alcuni punti raggiungeva l’altezza di due metri, si estendeva ad est fino a Selva Malvezzi, a ovest oltre la via Zenzalino e il fondo Albarazzo. Solo la Motta, che gli uomini antichissimi innalzarono sulla palude, era, al centro, all’asciutto. Le famiglie che abitavano nella zona della via Rondanina e dintorni dovettero per mesi servirsi di barche per uscire dalle loro case, il cui piano terreno era per quasi metà sommerso. La situazione peggiorò il 30 ottobre di quell’anno, allorché l’argine sinistro dell’Idice in piena, colpito dai bombardamenti, cedette fra Mezzolara e San Martino: l’acqua giunse a Molinella allagandola: anche da quella parte il passaggio era chiuso.
Nell’inverno durissimo l’immensa palude si coprì di una lastra di ghiaccio; ai tormenti del gelo e dello scarso cibo si aggiungevano, più gravi, le incursioni aeree, le requisizioni, i rastrellamenti che il comando germanico faceva eseguire in continuazione; Vedrana fu duramente provata. Poi, con la pace, si ripresero a poco a poco le opere consuete. Dove c’erano le risaie, ai lati della Via Rondanina, nei vasti appezzamenti fra scoli canali, così diversi dall’aspetto usuale della nostra campagna alberata con le piantate e le frequenti case coloniche si coltivano grano turco, frumento, barbabietole, alberi da frutto. ”
“Budrio Casa Nostra”. Fedora Servetti Donati.
Tipografia Montanari Budrio
Si ringraziano la Sig.ra Patrizia Grossi per le fotografie scattate nel 1944 che ritraggono alcune componenti della famiglia Cervellati di Vedrana e la Sig.ra Loretta Cervellati per la ricostruzione storica.