La Regione promette nuovi ristori mentre aumenta l’esasperazione delle categorie più colpite

Stando alle dichiarazioni del Presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in queste settimane verranno erogati, a fondo perduto, oltre 40 milioni di euro aggiuntivi per sostenere i settori maggiormente interessati da limitazioni e chiusure: ristoranti e bar, taxi, cinema e altri settori culturali, palestre e piscine, maestri di sci, guide turistiche, spettacoli viaggianti. Inoltre, a seguito dell’ultima ordinanza del Ministro della Salute Speranza che, sulla base dell’andamento del contagio e delle valutazioni delle autorità scientifiche, ha stabilito la retrocessione in “zona arancio” della nostra regione, il Presidente Stefano Bonaccini ha inviato una lettera al Governo nazionale per chiedere di sostenere con ristori economici adeguati le imprese e i lavoratori dei nostri territori che, già provati dai lunghi mesi alle spalle, subiranno ulteriori chiusure o restrizioni. La lettera è stata firmata anche dagli altri presidenti delle regioni che hanno subito la nostra stessa sorte (Veneto, Lombardia, Calabria e Sicilia).

Sempre più esasperate sono però le proteste degli operatori economici di attività cosiddette “non essenziali” che, chiusi ormai da dieci mesi, lamentano di non riuscire più a sostenersi a fronte di esigui ristori. A maggior ragione, a fronte di una strategia di contenimento che pare non dare grandi frutti, a giudicare da una curva che non si abbassa.Al contrario, in base ai nuovi parametri (al momento ancora in discussione), secondo i quali la zona rossa scatterebbe nelle  regioni in cui l’incidenza settimanale è di 250 casi Covid ogni 100mila abitanti, la nostra Regione potrebbe essere a rischio di finire nella zona rossa. Al momento l’incidenza dell’Emilia-Romagna è di 242,44 casi ma questi dati sono relativi alla settimana dal 28 dicembre al 3 gennaio e in base alle stime degli esperti potrebbero peggiorare nel prossimo monitoraggio.

Segno evidente – protestano osti e ristoratori – che i focolai forse andrebbero ricercati nell’esercito di persone che ogni giorno riempiono uffici e fabbriche, ma che la politica, costretta ad accettare compromessi, abbia scelto chi è sacrificabile e chi no. Quindi più facile prendersela con i settori meno tutelati che con Confindustria.

Il presidente della Fiepet Confesercenti E.R., Massimo Zucchini, chiede di rivedere i protocolli e di consentire l’apertura degli esercizi anche in zona arancione, come avviene per i centri commerciali, e a gran voce chiedono il congelamento e la cancellazione di tasse nazionali e locali, pagamenti fiscali, costi delle utenze, mutui, affitti.

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