A 97 anni si è spento Mario Cattoli, l’amato “giornalaio” storico di Budrio. Con la chiusura della sua edicola alla fine del 2019, si è chiuso anche un capitolo importante della storia di questa comunità.
Era il 1945 quando Mario iniziò a vendere giornali insieme al fratello. Nel 1951, i due presero strade diverse e Mario avviò la sua avventura imprenditoriale, vendendo riviste e giornali su un semplice tavolino sotto il portico di Piazza Matteotti, proprio di fronte a quello che sarebbe poi diventato il suo chiosco.
Ogni mattina all’alba, Mario si recava personalmente a Bologna per ritirare i giornali. All’epoca la domanda era alta e, con l’aiuto della famiglia, Mario consegnava quotidiani anche nelle campagne circostanti e all’ospedale. Nel 1956, ottenne la licenza per il chiosco e qualche anno dopo, trovò l’amore in una cliente, Anna, che divenne sua moglie nel 1963 e iniziò a collaborare con lui in edicola.
Anche il padre di Anna, conosciuto da tutti come Cicco, e la cognata Marisa, che consegnava i giornali ai negozianti mentre faceva la spesa, contribuivano all’attività. Nel 1993, la figlia Gilda, fresca di laurea in lettere, prese il posto della madre e si unì a tempo pieno all’edicola. Nel 1999, il negozio adiacente, una delle più antiche tabaccherie di Budrio, si liberò e Mario e Gilda decisero di trasferire lì l’attività, offrendo un ambiente più confortevole.
Gli anni successivi furono intensi e prosperi, ma nel 2010 Gilda, con una bambina appena nata, il padre anziano e la madre malata, decise di cedere l’attività. Federico Piovani, con il prezioso aiuto di Mirca Poluzzi, prese in mano l’edicola e la gestì fino alla fine del 2019.
Oggi, quello spazio è diventato un incantevole negozio di fiori, un simbolo dei tempi che cambiano. La storia di Mario e della sua edicola resta un ricordo indelebile per tutta la comunità budriese, testimonianza di un’epoca di dedizione e passione.
Oggi, nella chiesa di San Lorenzo, si sono tenuti i funerali. Il paese si è stretto attorno alla figlia Gilda, al marito Alessandro e alla nipote Sara.