La data del 1° Maggio, giornata dei diritti dei lavoratori, fu ufficialmente stabilita a Parigi nel 1889 dai rappresentanti dei partiti socialisti e laburisti europei. In Italia, la festività del Primo Maggio fu ratificata due anni dopo, nel 1891. Tuttavia, già nel 1890, temendo disordini, la questura di Bologna aveva vietato qualsiasi dimostrazione pubblica, annunciando che ogni corteo sarebbe stato “sciolto” dalle forze dell’ordine.
Quel giorno, il settantottenne Quirico Filopanti, consigliere comunale e deputato alla Camera nelle file repubblicane, si trovò coinvolto in una situazione complicata. Dopo aver redatto personalmente un manifesto intitolato “Quirico Filopanti agli operai bolognesi”, per ottenere la giornata lavorativa di otto ore, tenne un discorso presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, di cui era presidente onorario, invitando gli operai bolognesi a partecipare alla “prima festa della fratellanza mondiale degli operai”. Li invitò alla calma, alla temperanza e alla moderazione. Alle 14:00 si unì ai manifestanti per marciare verso piazza Vittorio Emanuele II, sfilando con un drappo rosso alla testa del serpentone.
Durante il percorso, però, Filopanti fu intercettato dagli agenti di polizia intervenuti per disperdere la manifestazione. Quattro plotoni di fanteria e reparti di cavalleria furono lanciati sulla folla. Seguirono arresti e feriti. Filopanti fu percosso e minacciato a mano armata, ma non fu arrestato come avvenne con altri partecipanti. Quelli erano tempi in cui i turni di lavoro superavano le 12 ore. I luoghi di lavoro erano talmente insalubri e rumorosi da essere definiti “antri satanici”.
La notizia fece scalpore e fu riportata dalla stampa nazionale. Come reazione, il giorno successivo, seicento studenti dell’Università di Bologna, allievi di Filopanti in Meccanica applicata, protestarono attaccando l’operato della questura e il 3 maggio si diressero a omaggiare la lapide di Giuseppe Garibaldi davanti all’Hotel Brun di via Ugo Bassi.
La rivista “Bononia Ridet”, una pubblicazione degli universitari bolognesi di tendenza socialista e anarchica, dedicò la sua prima pagina alla manifestazione della Società Operaia riferendosi allo scioglimento forzato della manifestazione con un titolo satirico: “Hanno persino sciolto Filopanti”.
Durante il ventennio fascista, a partire dal 1924, la celebrazione del Primo Maggio fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza del cosiddetto “Natale di Roma”. Nel 1947, quando la celebrazione fu ripresa il 1° maggio, la manifestazione venne repressa nel sangue a Portella della Ginestra. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, nel 1945, la festività fu ripristinata e confermata come giorno festivo. Dal 1990, i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, in collaborazione con il Comune di Roma, organizzano un grande concerto in Piazza San Giovanni per celebrare il Primo Maggio, rivolto soprattutto ai giovani.